Che cosa è l’Archivio Generale?
L’Archivio Generale è “l’insieme di documentazione ricevuta e prodotta dal Superiore generale, dalla sua Curia e dagli Organismi di Governo, da singole personalità in relazione all’attività istituzionale, che per le sue funzioni, è destinata ad essere conservata, come espressione del suo essere e del suo sviluppo”.
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Lo Statuto dell’Archivio Generale
Antica copia manoscritta
Antica copia stampata
Alcuni importanti passaggi della storia del nostro archivio
L’Archivio AGCP come altri archivi, specie quelli storici, sono privati e appartengono giuridicamente a un Ente (nel nostro caso si tratta della Congregazione) che nella persona del Superiore Generale, la sua maggiore autorità, ha il suo primo custode. Infatti, sin dai primi tempi i Superiori maggiori si sono diligentemente preoccupati in istruire i religiosi su ciò che riguarda gli archivi per la custodia dei documenti da conservare nelle case della Congregazione.
Il P. Giovanni Battista Gorresio, non mancò di far eseguire con rigore nei nascenti Ritiri quanto si ordinava intorno agli scritti da custodirsi in archivio.
Dopo la Costituzione Maxima Vigilantia di Benedetto XIII, dell’anno 1727, egli nell’anno 31 marzo 1779, pubblicò l’Istruzione sulla funzione e custodia degli archivi, stabilendo delle norme ben precise per il loro ordinamento e con delle censure e pene annesse alla custodia, affinché si sapesse quali dovessero essere gli scritti, che dovevano essere conservate nell’Archivio canonico, i documenti da riporsi e conservarsi nell’Archivi Provinciali, i documenti da riporsi e conservarsi in ciascun ritiro, documenti da conservarsi nell’archivio del Noviziato, ecc.
L’archivio Generale doveva servire in primo luogo a colui che lo forma: il Padre Generale che ha delle cose che riguardano la sua carica, la sua Curia e tutta la Congregazione. L’accesso dunque, era limitato ai membri curiali ed essi spesso ricoprivano l’incarico di archivista.
Nel 1870 il P. Domenico Giacchini, decretava la cura dell’Archivio al Segretario generale, stabilendole attribuzioni ben precise. Finché nella consulta tenuta il 30 settembre 1937 fu concesso il permesso di consultare l’archivio generalizio.
Recentemente, il P. Joachim Rego ha approvato il Regolamento dell’AGCP. Oggi è possibile, mediante previo appuntamento, consultare alcuni dei suoi settori e Fondi.
L’intento, oltre la custodia, è di contribuire alla valorizzazione e all’accrescimento dello studio e della ricerca culturale e storica della Congregazione.
Schematizzazione della storia dell’Archivio storico
Per comprendere l’ordinamento dell’Archivio storico dobbiamo ricorrere alla sua storia stessa. Possiamo considerare tre periodi distinti:
Un primo periodo è di abbondante documentazioni e va dalla sua fondazione fino alla morte del Generale Antonio Testa, nel 1862. Infatti, fu durante il generalato di P. Antonio Colombo (1827-1833) che incontriamo il primo Titolario e riordino dell’archivio, fatto da P. Gioacchino Pedrelli, allora Segretario generale.
Un secondo periodo va dal 1862 alla prima decade del secolo scorso. Tale periodo fu di scarsa e lacunosa raccolta documentaria. Dell’intero periodo infatti non si è conservato quasi nulla.
Il terzo periodo inizia subito dopo la Prima Guerra con una grande attenzione alla conservazione del materiale e l’apertura dell’Archivio agli studiosi.
Mentre la situazione attuale come si presenta?
L’archivio storico si compone di 25 contenitori ognuno dei quali comprende quattro cassetti con fascicoli all’interno per un totale di circa 64 metri lineari. In esso si conserva una quantità notevole di documenti di valore inestimabile per la storia della Congregazione che va dalla prima metà del XVIII secolo al terzo quarto del XX secolo.
Abbiamo nell’AGCP soltanto tre antichi cataloghi-inventari. Il primo Indice o catalogo è del Pedrelli (1830) ed è ordinato per materie. Un secondo Indice, in due copie (1899), fatto certamente per un riordino degli spazi, è diviso in quattro sezioni: riservata, comune, cronologica e varia; inoltre abbiamo un catalogo del 1899 organizzato per materie, delle singole Provincie (Presentazione, Addolorata, Pietà, Inglese, del Nord America, Franco-Belga, Spagna (Messico), Piemonte e Americana Sud.
Nell’ultimo Indice (1920) risulta che i documenti conservati in Archivio furono suddivisi in 54 volumi, con criteri differenti al passato. Il materiale archivistico, sicuramente fu depositato in un altro locale senza alcuna preoccupazione di mantenere il suo primo ordine.
Il Titolario attuale fu redatto nell’anno 1967 e ritoccato nel 1978.