Breve sintesi della Storia della Biblioteca Storica Antica della
Casa Generalizia dei Ss. Giovanni e Paolo, Roma.
P. Mario Collu - Bibliotecario della Casa Generalizia
La biblioteca della Casa Generalizia dei Passionisti è cominciata con una prima raccolta di libri portati da San Paolo della Croce dall’Ospizio del SS. Crocifisso a Roma, ultima sua residenza prima di trasferirsi ai Santi Giovanni e Paolo (09/12/1773).
Alla soppressione dei gesuiti da parte di Clemente XIV (21 luglio 1773), «vari libri e suppellettili, appartenenti alle case dei gesuiti, furono destinate, per volontà del Papa, ai Santi Giovanni e Paolo» (A. LIPPI, San Paolo della Croce, Paoline, Cinisello Balsamo (Mi) 1993, 244).
Nel 1809 Pio VII fu portato prigioniero in Francia da Napoleone, che soppresse anche tutti gli ordini religiosi, incamerandone i beni.
Il Beato Lorenzo Salvi (1782-1856) riuscì a salvare la Biblioteca portando i libri nella casa paterna.
Una seconda soppressione, con relativo incameramento dei beni ecclesiastici avvenne nel 1866-1867 da parte del Regno di Sardegna, il quale nel 1873 estese la legislazione a Roma e alle province, che formavano lo Stato Pontificio. Anche in questa occasione la Biblioteca fu salvaguardata, mentre la basilica fu incamerata dallo stato.
In generale si costata nella comunità dei Ss. Giovanni e Paolo un notevole interesse nel mantenere e attualizzare la biblioteche, anche per la sua sistemazione nella casa generalizia della Congregazione Passionista, situata al centro di Roma.
Nel triennio 1830-1833 la biblioteca si arricchì di 117 pubblicazioni per un totale di 270 volumi di vari argomenti ecclesiastici e profani (Platea dei Ss. G. e P., II, 6).
Nel triennio successivo 1833-1836 essendo rettore il Beato Lorenzo Maria Salvi entrano in Biblioteca 70 pubblicazioni con totale di 185 tomi (Platea dei Ss. G. e P., II, 8-10).
Dalla Platea dei Ss. Giovanni e Paolo, II, 29-31 risulta ancora che nel triennio 1839-1842 la biblioteca si arricchì di 243 libri per un totale di 700 volumi.
Nel triennio successivo (1842-1845) furono comprati moltissimi libri, incluso opere insigni. Le entrate di tutte queste opere, è specificato, è annotato nell’indice esistente in Biblioteca (Platea Ss. G. e P., II, 36).
La donazione del canonico D. Evangelisti (Aprile 1846; cf Platea Ss. G. e P., II, 34-35) fu così ricca da provocare il problema dello spazio. Fu risolto alzando gli scaffali fino al tetto con due scalinate di accesso e una piccola galleria in ogni piano.
Il lavoro fu portato a temine da Fratel Simone Arduini (1801-1857), aiutato dagli altri fratelli coadiutori, nel 1847.
Il 04 gennaio del 1846 furono acquistate due grandi mappe, una dell’Italia, l’altra delle Stato Pontificio.
Una fonte non identificata scrive, inoltre, a proposito della nuova (?) biblioteca: «Il 22 febbraio 1932 la consulta esamina il progetto per il nuovo refettorio e la biblioteca. Si approva e chiede il preventivo. Il 09 marzo 1932 esamina il preventivo. Il 19 agosto 1934 si decide di fare l’impalcatura della nuova biblioteca in ferro».
Nel 1990, d’allora bibliotecario P. Adriano Spina scriveva: «La biblioteca della Casa Generalizia conta 44.000 volumi distribuiti in tre sale, di cui la più grande conta 120 pubblicazioni periodiche e 34.000 volumi […] In una ricerca personale fatta dal bibliotecario, P. Adriano Spina, limitata solo a due dei tre ripiani della sala centrale, egli ha individuato 233 libri stampati nel XVI secolo, 238 nel XVII e 960 nel XVIII secolo» (Adriano Spina, BIP, 1/1990).
Sembra che il libro più antico in possesso della Biblioteca sia una selezione di opere di San Leone Magno, Papa, stampato a Roma nel 1470.
Per altre informazioni si può contattare il Bibliotecario, P. Mario Collu: