dell’Addolorata
il primo marzo 1838.
Giovane esuberante, esemplare e vivace, punto di attrazione per la sua festosità, compì lodevolmente gli studi liceali a Spoleto (Perugia).
Aveva più volte pensato di abbracciare la vita religiosa, ma poi per vari motivi era restato ancora in famiglia.
A 18 anni però dietro speciale invito della Madonna che gli parlò al cuore durante una processione, entrò tra i Passionisti nel noviziato di Morrovalle (Macerata).
Morì a Isola del Gran Sasso il 27 febbraio 1862, confortato dalla visione dolcissima della Madonna mentre la invocava con affetto “Mamma mia, vieni presto”. Non era ancora sacerdote e non aveva ancora compiuto 24 anni di età.
Diceva: “Dio non guarda il quanto ma il come; la nostra perfezione non consiste nel fare cose straordinarie ma nel fare bene quelle ordinarie”. Fu martire e poeta del quotidiano. Il quotidiano fu il suo pane, il semplice il suo eroismo, l’ordinario il suo canto. Tutto compiva con amore. Il suo direttore ne rivelerà il segreto della santità con una espressione lapidaria e felicissima:
“Gabriele ha lavorato con il cuore”.
per tutti i secoli dei secoli.